Sarà un’edizione dai numeri tondi quella del 2023. A partire proprio dall’anno in cui si gioca, il 2023 che è distante 200 anni dalla nascita del rugby nella città di rugby, inventato da quello studente scapestrato che porta il nome di William Webb Ellis. Ben 660 atleti divisi in 20 squadre stanno ultimando la preparazione in vista del calcio di inizio dell’8 settembre.
La RWC 2023 è anche la decima edizione assoluta del mondiale e si gioca a distanza di 36 anni da quella un po’ abborracciata del 1987, in cui i neozelandesi invitarono 16 squadre e le affabularono giocando un altro sport rispetto a quello che si praticava in Europa.
È la seconda kermesse iridata che si svolge in Francia, ma di fatto è la prima che sta tutta dentro i confini nazionali. Nel 2007 i Bleus furono capaci di organizzare il mondiale in casa e di giocare la loro partita più importante a Cardiff. Valli a capire questi francesi, rugbisti pazzi in una nazione che è pazza per il rugby. Ci attendono 48 partite e un mese e ventotto giorni di gare, non vediamo l’ora.
L’impatto sociale ed economico
I conti si fanno sempre alla fine, ma è innegabile che in Francia la curva di interesse sul rugby e in particolare sulla Coppa del Mondo sia in crescita netta. Non da oggi, ma da quando il professionismo gestito dalla LNR è diventato sempre più organizzato e sostenibile. Ogni RWC contribuisce a creare dei benefit per chi organizza, per chi partecipa e anche per chi interagisce.
E proprio su questo tema i dati parlano chiaro: i video relativi alle partite dell’edizione giapponese del 2019 sono stati visti 2,04 miliardi di volte sui social media, più di 5 volte rispetto ai precedenti Mondiali d’Inghilterra nel 2015. È la nuova strada delle relazioni digitali instaurate con i propri beniamini, dell’abbattimento delle barriere spazio-tempo, dei follower che diventano fan, delle telecamere che entrano fin quasi nelle docce e riprendo bestemmie, sfoghi e gocce di sudore.
Sarà una Coppa del Mondo a prova di TikTok, nel bene e nel male. Sarà una Coppa del Mondo che si giocherà sul suolo di una nazione che durante la stagione 2021-2022 ha fatto registrare un movimento economico di 515 milioni di euro, con un aumento del 43% rispetto all’annata precedente segnata dalla pandemia. La media di 14.500 spettatori a partita del Top 14 introduce perfettamente la cornice di pubblico che potremmo ritrovare sugli spalti di France 2023.
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Favoriti, fenomeni e spunti tecnici
Le prime quattro squadre del ranking sono le più accreditate per giocarsi la vittoria finale. Piccolo problema: ai quarti, se tutto va come deve andare, due di loro saliranno sull’aereo che le riporterà a casa. Il granitico Sudafrica può difendere il titolo basandosi su una solidità complessiva dura da scalfire, la Nuova Zelanda ha ritrovato brillantezza fisica, fiducia e interpreti adatti ad ogni situazione, l’Irlanda ha lavorato a fondo per non avere punti deboli e la Francia sa coniugare potenza e creatività come mai le era riuscito da un decennio a questa parte.
Sotto di loro c’è bagarre, ma anche la consapevolezza che le altre semi big come Argentina, Inghilterra, Galles, Scozia, Fiji e Australia hanno tutte (chi più e chi meno..) il sacchetto pieno di gettoni, ma non pienissimo. Se proprio avete qualche spicciolo da giocare, puntate sull’effetto sorpresa di una tra Fiji, Scozia e Georgia, potrebbero agguantare il colpaccio.
I giocatori da osservare sono tanti e per motivi di sintesi dobbiamo restringere il cerchio. Tutti aspettano Will Jordan, marcatore seriale degli All Blacks, che sulla scia delle grandi ali neozelandesi del passato costringe gli addetti ai lavori ad avere grandi aspettative su di lui. In fondo ha solo realizzato 23 mete in 24 partite.
Siya Kolisi e Josh Van Der Flier si contendono lo scettro delle terze linee più influenti del globo. Antoine Dupont è l’ambasciatore, il mediano più forte del mondo e il miglior risolutore che c’è in circolazione, ma se si guarda in casa francese occhio a Thibaud Flament, seconda linea dalle mani delicate che sta ridisegnando i contorni del ruolo. Nel 2023 il concetto di utility forward è strategico per ogni allenatore e lo dimostra il fatto che alcune stelle internazionali sono proprio quei profili capaci di portare grande ecletismo tra seconda e terza linea: James Ryan, Marcos Kremer, Courtney Lawes, Franco Mostert, Tadhg Beirne, tutti atleti con work rate inenarrabili.
Visto l’equilibrio che regna nella parte alta del ranking, vanno considerati molteplici fattori che potrebbero cambiare le carte in tavola. L’integrità fisica rimane una costante del rugby ad ogni livello e in ogni epoca, ma con l’ultima diatriba innescata dal Sudafrica che ha portato 7 avanti in panchina, è chiaro che la squadra che riuscirà costantemente a spalmare le energie su 23 giocatori pari livello e non solo su 15, godrà di un vantaggio non indifferente.
La qualità del gioco aereo è un requisito minimo per stare nel salotto dei migliori, ma anche la bravura nel tradurre più rapidamente possibile i cambi di possesso in occasioni di attacco (o meglio in punti) è un trend sempre attuale. Sarà curioso vedere chi riuscirà a segnare per primo utilizzando le combinazioni prodotte dalle punizioni battute a 5 metri, un grande revival. E la questione disciplinare? Solo durante i match estivi sono stati sventolati 5 cartellini rossi, un numero che impone una soglia di attenzione massima nei confronti del regolamento e alle sue spesso discutibili interpretazioni.
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E l’Italia?
Gli Azzurri stanno preparando la campagna mondiale a Bourgoin Jallieu, cittadina situata nel dipartimento francese dell’Isere. Il viaggio Oltralpe è dedicato non solo a piacevoli attività di turismo, ma prevede che la squadra di Kieran Crowley riesca a portare a casa almeno due souvenir: le vittorie con Namibia e Uruguay. Due match da affrontare con il dovuto rispetto per le avversarie e da vincere senza mezzi termini. Cosa verrà dopo è tutto di guadagnato.
Michele Lamaro e compagni sanno benissimo che le possibilità di giocarsi l’accesso ai quarti di finale all’interno della pool A sono risicate. Francia e Nuova Zelanda hanno qualità e profondità superiori, non possono sbagliare nulla, sono condannate a recitare un ruolo da protagoniste.
Certo, le partite durano 80 minuti e non sono mai perse in partenza. Per questo l’Italia dovrà essere brava a costruirsi l’occasione della vita. Come? Intanto dominando due squadre che ci precedono nel ranking senza cedere all’apatia che troppo spesso abbiamo evidenziato di fronte ad avversari inferiori. E poi mantenendo alto il morale della truppa, rinfrancato da un anno di rugby che tutto sommato ci ha rimesso in carreggiata.
Non siamo più capaci di fare meta da maul, spesso contrastiamo male le squadre che invece proprio dal drive creano un’efficace piattaforma di attacco, non di rado siamo andati in crisi in mischia chiusa e lo standard delle prese al volo talvolta è stato insufficiente: i nostri difetti li conosciamo. Però, specialmente dopo le partite estive con Romania e Giappone, abbiamo dimostrato che delle risorse tecniche interessanti ci sono. Siamo capaci di risalire il campo con la palla in mano quando identifichiamo lo spazio da attaccare, possiamo proporre una terza linea dinamica e potente, predichiamo un rugby espansivo in cui gli interpreti provano piacere a essere coinvolti in forma attiva.
Tutto questo accade quando l’avversario che abbiamo di fronte non ci stressa troppo sul piano fisico. Siamo abbastanza bravi a piegare le formazioni al nostro pari, è una cosa risaputa. Dunque il mondiale dell’Italia sarà positivo se gli Azzurri riusciranno ad alzare definitivamente l’asticella e portare questo entusiasmo ad un livello superiore, magari mai visto. Un intero movimento è pronto a sostenerli in quella che si preannuncia come un’impresa impossibile.
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I consigli utili
Alcune domande riempiono la testa degli appassionati. Proviamo a rispondere a tutte.
- Dove posso leggere tutto ciò che mi serve per la RWC? Risposta facile: nella guida di Lorenzo Calamai
- Dove si vedono tutte le partite? Il palinsesto della Rai e di Sky questo link di Onrugby
- Dove trovo il calendario ufficiale ? Sul sito della Rugby World Cup
- Dove trovo gli approfondimenti migliori? Risposta facile sul Podcast Quindici
- Dove gioco al fantarugby? Con noi nella lega Chiosco Mundial