È una lunga strada quella che porta da Trieste a Roma. Anche perché non l’ha mai percorsa nessuno.
Non parliamo, però, dei 671 chilometri di asfalto che separano il capoluogo del Friuli Venezia Giulia dallo Stadio Olimpico, ma del sentiero tracciato dal primo giocatore di Trieste a giocare nel Sei Nazioni, in quel medesimo stadio: è Giacomo Nicotera, l’esordiente numero 12 dell’Italia di Kieran Crowley.
Ai meno attenti l’ex tallontatore di Mogliano, San Donà e Rovigo è praticamente sconosciuto, ma anche chi segue da vicino il rugby italiano potrebbe avere una vaga idea di chi sia questo giocatore, soprannominato Mulo, e che come tale tanto ha faticato per compiere tutto il proprio percorso e raggiungere il palcoscenico più ambizioso che un giocatore possa sognare. D’altra parte, prima di questa stagione, Nicotera aveva giocato solamente 44 minuti di United Rugby Championship, accumulando due magre presenze dalla panchina nella scorsa annata sportiva. Nella presente, ha accumulato 260 minuti di gioco, ma a fronte di 6 presenze ha giocato titolare solo 2 volte.
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Sabato pomeriggio all’Olimpico sarà il tallonatore titolare degli Azzurri, lui che ha rappresentato l’Italia A lo scorso novembre, indossando la maglia di una selezione nazionale per la prima volta. Un risultato ottenuto da una parte per via delle assenze degli altri giocatori che ricoprono quella posizione (Lucchesi e Manfredi infortunati, Bigi appena tornato da 3 mesi di assenza, Faiva squalificato), dall’altra grazie al duro lavoro, l’unica ricetta che Nicotera si è costantemente propinato per arrivare fin qui.
Il suo cammino ovale nasce nella città natale, Trieste. Qui cresce nel Trieste 2004 prima e nel Venjulia Rugby poi: la prima società si occupa del minirugby, la seconda delle altre categorie. Nel 2011/2012, lui classe 1996 come Pettinelli e Minozzi, è il capitano della squadra under 16 del capoluogo giuliano. Il club vince il campionato regionale di categoria, battendo società più qualificate del territorio.
Nicotera passa in Veneto non ancora maggiorenne: entra a far parte della under 18 del Mogliano, una delle società che in Italia sanno meglio valorizzare il lavoro fatto sulla filiera giovanile. Nel 2014/2015 gli affidano la fascia di capitano della squadra giovanile, dove milita anche un certo Antonio Rizzi, e in quella stagione vincono il campionato italiano di categoria, battendo in finale la Capitolina di Panunzi, Iachizzi e Fischetti.
Nicotera gioca numero 8, viene invitato a qualche raduno della nazionale under 20, ma non entra mai nel giro giusto. Nel ruolo di terza linea, in quella generazione di giovani azzurri, ci sono nomi importanti: c’è Giovanni Pettinelli (1996), c’è Giovanni Licata (1997), ci sono Renato Giammarioli (1995), Jake Polledri (1995). I tecnici federali gli consigliano di spostarsi di ruolo e diventare un tallonatore. Lui ci sta, incomincia a lavorarci, ma la strada da percorrere diventa più lunga.
L’anno successivo il Mogliano aggrega il tallonatore alla prima squadra e lo fa esordire nel massimo campionato italiano. Nicotera non è mai passato né da un CDFP né dall’Accademia Nazionale, ma con la sua ostinazione e quel soprannome, Mulo, che ne riassume le caratteristiche morali, si ritaglia il suo spazio. Al primo anno con i seniores gioca 2 partite, 49 minuti. Al secondo e al terzo lotta per essere il titolare: gioca 17 partite a stagione, una decina quelle da prima scelta.
Nel 2018/2019 passa al San Donà, gioca 22 partite, 15 da titolare, ottiene più di 1200 minuti. La squadra biancazzurra gioca una buona stagione nel massimo campionato, arriva settima, una salvezza tranquilla. L’anno successivo bussa alla porta il Rovigo, e Nicotera si sposta ancora più a sud.
Nel campionato cancellato dalla pandemia sarebbe stato la seconda scelta a numero 2 dei Bersaglieri, ma dopo che il rugby torna alla progressiva normalità, almeno quello dei professionisti, lui si è già conquistato la fiducia di Umberto Casellato. Tredici volte titolare, 5 mete, scudetto conquistato nella finale giocata a Padova.
Sembra l’apoteosi ma c’è di meglio, un meglio che è cronaca recente. Nell’anno dello scudetto Giacomo Nicotera riceve la chiamata del Benetton, che ha bisogno di un nuovo permit player per sopperire alle improvvise carenze dovute agli infortuni e alle assenze internazionali che hanno pesantemente condizionato la scorsa stagione.
Il rapporto con i biancoverdi è intensificato nella presente stagione, tanto che in Top10 non ha giocato neanche un minuto. Anche a Treviso, il Mulo si distingue per la sue etica del lavoro, che gli permette di sopperire ad un talento forse meno pronunciato degli altri. Tuttavia, quando è stato chiamato in causa, non ha mai deluso. È solido al lancio e presente nel gioco aperto, è partito a inizio stagione come quinta scelta nel ruolo di tallonatore ai Leoni, ma se oggi lo staff avesse tutti a disposizione sarebbe curioso capire se non abbia scavalcato qualcuno nell’ordine gerarchico.
A 26 anni, Nicotera ha raggiunto prima il traguardo della nazionale A e ora quello della nazionale maggiore. Probabilmente non diventerà mai IL numero 2 degli Azzurri. Certamente, darà fondo a tutto quello che ha e lavorerà più di tutti gli altri per essere sicuro di potersi mettere a disposizione della squadra. E chissà che le bizzose divinità della palla ovale non decidano di premiarlo come hanno fatto nelle scorse stagioni con Dave Cherry, tallonatore scozzese che ha ottenuto lo scorso anno il debutto in nazionale a 30 anni e lo ha bagnato con una vittoria contro l’Inghilterra, o Tom Dunn, numero 2 di Bath che a 27 ha vinto il Sei Nazioni alla sua prima presenza internazionale.
Sono questi personaggi, e le persone che si nascondono dietro di essi, a rendere speciale lo sport, questo come molti altri. Sono questi coloro per i quali è bello fare il tifo. E se poi non dovesse andare tutto a posto, c’è sempre il tempo per rimettersi a lavorare, lavorare duro per diventare sempre migliori di quello che si è.