La possibilità

Max Malins partirà per la prima volta titolare per l’Inghilterra contro la Francia

Ehi, mates (come direbbe Eddie Jones)! Questo articolo compare anche nella nostra Guida al Sei Nazioni 2021, il diario/zibaldone/rivista in continuo aggiornamento con news e approfondimenti sul torneo, dateci un’occhiata.


Non era male a giocare a cricket e nemmeno a hockey, Maxim Hugo Malins, ma a 18 anni ha deciso di dedicarsi anima e corpo a un terzo sport dove aveva legittime aspettative di poter arrivare.

La palla ovale lo ha accolto come un talento cristallino, gli ha assicurato una professione ai più alti livelli del rugby inglese, prima ai Saracens poi ai Bristol Bears.

Tuttavia, fino a questo momento il 24enne Max Malins non aveva potuto confrontarsi davvero con il rugby internazionale: 6 caps dalla panchina per un giocatore a suo modo unico nel panorama di coloro che indossano il bianco dell’Inghilterra.

Malins avrà l’opportunità di mettere in mostra le proprie peculiarità nel Crunch che attende il XV della Rosa sabato pomeriggio a Twickenham, avversario di una Francia quantomai misteriosa dopo le vicende di contagio.

L’ostinato Eddie Jones ha dovuto infine concedere qualcosa alle forze del cambiamento che bussavano esigenti alla sua porta togliendo il deludente Elliot Daly per inserire un giocatore che, anche senza il cannone che l’estremo dei Saracens ha al posto dell’arto inferiore sinistro, sa più che difendersi nel gioco tattico, e ha in più grandi doti di playmaking e un arsenale offensivo niente male: uno di quei giocatori capaci di portare la cosiddetta tripla minaccia, bravi nell’attaccare in prima persona, grazie a un’ottima esplosività a contatto e a un allungo davvero formidabile, innescare un compagno sia prima della difesa che dopo il contatto con grande confidenza, o utilizzare il piede.

Tipo.

Non sono tanti i giocatori che in Inghilterra possono alternarsi in maniera efficace fra i ruoli di 10 e 15, una peculiarità sicuramente più sviluppata nell’emisfero sud che non in Europa, ma Malins è questo inedito tipo di giocatore: sarà interessante vederlo in una linea arretrata che ha già tre play di livello assoluto come Ford, Farrell e Slade (anche se il sistema offensivo inglese toglie praticamente ogni potere di regia dalle mani del centro di Exeter).

Da estremo è stato campione del mondo under 20 nel 2016 e ha ottenuto il Grande Slam nel Sei Nazioni di categoria nel 2017, prima di arrivare in finale nel mondiale giovanile successivo come numero 10 dell’Inghilterra battuta dalla Nuova Zelanda.

Il suo tecnico al tempo lo aveva scelto come apertura per la sua influenza tranquillizzante sulla squadra, una freddezza che lo ha sempre contraddistinto e che si nota ancora oggi: Max Malins gioca come fosse un veterano.

La sua scelta arriva non solo per il momento di scarsa forma di Daly, ma anche per le sue ottime abilità nell’utilizzare i palloni che inevitabilmente la Francia gli recapiterà: i Bleus sono la squadra che calcia di più e più lungo del Torneo.

Dopo aver segnato una meta e dato l’assist definitivo in semifinale, Malins segna la meta che spezza i cuori di Tolone al termine della finale di Challenge Cup 2020

Ciononostante, il suo ingresso in formazione è il più sorprendente dei tre operati da Eddie Jones, che ha inserito nel XV anche Charlie Ewels in seconda linea e Luke Cowan-Dickie a tallonatore. Basti pensare che Daly è stato titolare in 30 degli ultimi 34 test dell’Inghilterra, sostituito da Furbank nello scorso Sei Nazioni per infortunio e da Watson in un warm up alla RWC 2019 contro l’Italia.

In un contesto dove il ricambio generazionale è lento e graduale nonostante la qualità dei giovani che crescono in Premiership, Max Malins ha la possibilità di rompere le gerarchie e prendersi quello che non è riuscito ad avere il suo mentore, quell’Alex Goode che gli ha fatto da chioccia ai Saracens e che non ha mai avuto la giusta legittimazione internazionale nonostante le sue qualità.