Un’opera letteraria, dice Wikipedia, è storia e discorso allo stesso tempo.
Storia poiché comprende una certa realtà con i suoi avvenimenti e i suoi personaggi. Discorso, al tempo stesso, perché vi è un narratore che narra la storia e un lettore che la percepisce e a questo livello, quello che ha importanza non sono gli avvenimenti raccontati ma il modo in cui il narratore li ha fatti conoscere.
Ora, senza pretesa d’essere opera letteraria, anche in Ohvale le cose vanno più o meno in maniera simile: c’è una realtà con i suoi avvenimenti e i suoi personaggi, che è rappresentata dal gioco del rugby, e c’è un discorso con il quale noi, che ci ergiamo in qualche modo a narratori, la raccontiamo.
L’elenco che segue è una lista di trame e sottotrame che proveremo a raccontare nell’opera composita che sarà la narrazione del rugby del 2021.
1. I Lions in Sudafrica
E’ forse il tema più grosso dell’anno. Torna l’evento unico del nostro sport: le quattro home unions vanno a sfidare l’emisfero sud sotto le effigi dei British & Irish Lions. Stavolta tocca al Sudafrica, ultima avversaria a battere gli uomini in rosso nel corso di una serie. Rispetto a 12 anni fa c’è un ricorso non trascurabile: i Lions tornano a sfidare gli Springboks a due anni dalla vittoria della Rugby World Cup. Allena ancora Warren Gatland, che l’ultima volta in Sudafrica era l’allenatore degli avanti della squadra: vediamo su chi deciderà di puntare stavolta. Prepariamoci per una seconda parte di stagione che sarà una grande prova generale per ottenere una convocazione al tour.
2. Gli Springboks tornano in campo
Da contraltare al tema Lions c’è quello di un Sudafrica che manca dalla scena internazionale oramai dalla vittoria della Rugby World Cup. Con il 2020 funestato dal coronavirus, gli Springboks potrebbero non tornare in campo addirittura fino al primo test contro i Lions. Un’eventualità che accresce l’attesa per seguire le peripezie dei campioni del mondo fino all’arrivo della selezione britannica. Quanto assomiglieranno a quelli del 2019?
3. Cosa ne sarà dei Jaguares
Nati nel 2013, finalisti del Super Rugby nel 2019, sostanzialmente defunti a metà del 2020, quando il supercampionato che ha animato il palcoscenico dell’emisfero australe nel corso degli ultimi 25 anni si è sostanzialmente liquefatto. Se il Sudafrica troverà spazio alle sue franchigie in Europa (vedi poi), Australia e Nuova Zelanda dovrebbero arrangiarsi da sole. L’Argentina invece si ritrova improvvisamente con un pugno di mosche: i Jaguares non hanno sostanzialmente più ragione di esistere, i giocatori dell’alto livello sono già tutti emigrati o stanno per farlo. L’Argentina vista nel 2020 è stata una gradita sorpresa e una squadra che ha dimostrato di poter competere con i migliori al mondo, ma è figlia di una struttura che è stata decapitata. Come ci siamo chiesti nell’ultima puntata di Quindici: potrà resistere?
4. SLAR 2021: una seconda prima volta
A proposito di Sudamerica: una selezione argentina ancora in vita c’è (anzi, a dir la verità dovrebbero essere due): sono i Ceibos della Super Liga Americana de Rugby, il campionato latinoamericano per franchigie che vedrà di nuovo la luce il prossimo anno. La prima stagione non si è sostanzialmente giocata, fermata dal coronavirus proprio sul nascere. Ecco che allora quella del 2021 sarà una seconda prima volta: al via il 16 marzo il campionato avrà una formula comunque ancora condizionata dalla pandemia, e si dovrebbe giocare completamente in due sole sedi. Le squadre non sono state annunciate, ma dovrebbero essere le cinque dello scorso anno (oltre ai già citati Ceibos di base a Cordoba, il Peñarol uruguaiano, gli Olimpia Lions paraguaiani, il Corinthians brasiliano, i Selknam cileni) più i Cafeteros colombiani, che lo scorso anno avrebbero dovuto giocare solo una esibizione al termine del torneo.
5. Il Pro16 e le franchigie sudafricane in Europa
Tutto incomincia con la Rainbow Cup, questo strano animale che arriverà sui nostri campi già da aprile. Quattro franchigie sudafricane (Bulls, Stormers, Lions e Sharks, con tanti saluti ai Cheetahs) affronteranno le dodici squadra europee che concluderanno, nel frattempo, quel che resta di un Pro14 azzoppato dalla pandemia e dalle decisioni di mercato. Si tratta sostanzialmente di una prova generale per il Pro16 che, anche se ancora non ufficiale, fa un ulteriore passo verso la sua certezza. Le franchigie sudafricane portano in dote un bel gruzzolo di dobloni in diritti TV, necessari a tutte le federazioni e le squadre coinvolte, e un innalzamento del livello medio della competizione, desiderato soprattutto dagli irlandesi. In cambio, la lega celtica si concede come palestra per gli Springboks in vista del tour dei Lions.
All in all I think it’s fair to say launching a tournament that traverses hemispheres, involves long-haul travel and crosses into seven public health jurisdictions is ambitious at this juncture
— Rúaidhrí O’Connor (@RuaidhriOC) December 23, 2020
6. Rugby a porte chiuse
Chissà se verrà un giorno in cui, nel 2021, potremo finalmente tornare a spendere i nostri soldi in biglietti per lo stadio, e le nostre domeniche a prender freddo sui gelidi spalti di qualche campo di periferia, recriminando contro la dirigenza che non ha fatto preparare il vin brulé in club house. Di vedere il Sei Nazioni, ahimé, pare che non se ne parli. La speranza più grande è quella di riuscire a vedere gli Azzurri dagli spalti a novembre contro Nuova Zelanda, Argentina e Uruguay. Un ritorno del pubblico allo stadio è necessario per tutti: per chi organizza e ha bisogno degli introiti di biglietteria, per chi vuole godersi uno spettacolo sportivo con tutte le sue componenti, perché alla fine è un elemento vitale e imprescindibile dello sport.
7. Le elezioni federali in Italia
Niente sette spose per questi sette fratelli in corsa per la presidenza della Federazione Italiana Rugby, ma solo una scomoda poltrona. A marzo l’Italia ovale avrà la possibilità di scegliere buona parte del proprio futuro, e c’è solo l’imbarazzo della scelta in uno spettro di candidati che copre ogni possibilità: dalla più rigida continuità alla rivoluzione totale. Una frammentazione che ci si chiede quanto possa essere proficua e quanto invece deleteria per un movimento che ha soprattutto bisogno di non disperdere il già limitato capitale di risorse umane di cui dispone: chissà se i tanti rivali di questa elezione sapranno poi contribuire in maniera costruttiva quali che siano i risultati.
Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi capiremo meglio i programmi e le possibilità dei candidati: Gianni Amore e Elio De Anna possono davvero giocare un ruolo nella corsa? Chi è il principale antagonista dei volti federali: Giovanni Poggiali o Marzio Innocenti? E il triello interno all’attuale maggioranza fra Alfredo Gavazzi, Nino Saccà e Paolo Vaccari rischia di sfasciare il fronte federale?
8. Il ritorno del rugby amatoriale
Sette marzo duemilaventuno: è la data fissata dalla FIR per il ritorno del rugby amatoriale in Italia, la data in cui dovrebbero ricominciare i campionati di Serie A, B e C, il campionato di Serie A femminile e i campionati under 18 e under 16. Il tutto con un solo mese di vera e propria preparazione al ritorno del contatto, squadre che si sono allenate alla meno peggio, prevedibili defezioni e una pandemia che ancora, purtroppo, non è debellata. Le retrocessioni sono state bloccate, per le promozioni sembra esserci spazio: speriamo di giocarcele tutte sul campo, di divertirci e, d’altronde, chissà mai che giocare finalmente un campionato tutto nella bella stagione non sia una grande scoperta.
9. L’Italia femminile alla Rugby World Cup
O per meglio dire: l’Italia femminile che cerca di arrivarci, alla coppa del mondo di categoria. Con questo titoletto abbiamo voluto fare un augurio alle Azzurre per un 2021 di soddisfazioni. Nonostante il meccanismo di qualificazione continui ad essere stravolto, cambiato, rimandato, peggiorato, le possibilità che le Nostre riescano ad accedere alla Rugby World Cup del prossima anno sono intatte. L’Italia viene da un anno difficile: pochissime partite per le atlete, qualche episodico raduno, un’attività sostanzialmente sospesa. Per ovviare alla situazione amatoriale che le svantaggia nei confronti delle competitors europee, la FIR ha provato a dare un sostegno attraverso la creazione di 15 borse di studio per le atlete della nazionale.
10. Come proseguirà l’avventura di Wayne Pivac
Nove partite giocate, 3 vittorie, 6 sconfitte, 196 punti fatti, 172 subiti. Dietro questa statline mediocre ma non disastrosa si cela un’annata, quella 2020, che ha segnato un brusco declino del Galles. Semifinalista al mondiale 2019, la squadra con il drago nella bandiera ha chiuso l’era Gatland, una delle migliori della storia, capace di rivaleggiare con il mitico Galles degli Anni Settanta. La nuova stagione, contrassegnata dalla panchina affidata a Wayne Pivac, non sta andando benissimo: le tre vittorie stagionali sono arrivate contro Italia e Georgia, due squadre fuori dalla top 10 mondiale, mentre il Galles non è stato in grado di battere nessuna delle altre potenze europee. Il tecnico neozelandese ex Scarlets sostiene che, dopo un inizio tutto sommato positivo a febbraio, nella second parte dell’anno ci sono state molte difficoltà, ma che alla fine della Autumn Nations Cup la squadra è riuscita a ritornare sui binari. E’ vero, il cambio di orientamento tecnico è più uno stravolgimento che una evoluzione e si sono visti giocatori che promettono una grande crescita in prospettiva, ciononostante alcuni aspetti, anche attitudinali, hanno lasciato delle perplessità. Vedere come si evolveranno i Dragoni nel 2021 è una delle principali storylines del Vecchio Continente nel nuovo anno.
11. Francia contro Inghilterra per la supremazia in Europa
Se il rugby internazionale, per il momento, vivrà ancora una netta scissione fra i due emisferi, allora un tema fondamentale non può che essere quello di sedere sul prestigioso trono di squadra numero uno in Europa. Dopo essersi contese fino all’ultima giornata il Sei Nazioni e la Autumn Nations Cup nel 2020, oggi Francia e Inghilterra sono le rivali che hanno staccato il resto del gruppo e si contendono la suddetta sovranità. Sarà la sfida che animerà il Sei Nazioni 2021, in partenza fra poco più di un mese.
La Francia ha un calendario più duro: parte con due trasferte consecutive in Italia e in Irlanda, poi Scozia in casa, sfida all’OK Corral contro gli inglesi a Twickenham e finale domestico con il Galles. L’Inghilterra può contare su una partenza più semplice, in casa contro Scozia e Italia, ma deve pur sempre andare a Cardiff e Dublino. Insomma, difficile fare previsioni, ma segnate sul calendario il 13 marzo, giorno dello scontro diretto: quello varrà un bella fetta di supremazia.
12. Saranno gli ultimi mesi di Sergio Parisse?
Lo scorso 12 settembre Sergio Parisse ha compiuto 37 anni. Ha festeggiato con una netta vittoria casalinga sul Lione, e la sua sostituzione al 65′ potrebbe essere stato un sorta di regalo di compleanno da parte di Patrice Collazo, che quest’anno lo ha fatto giocare in 10 delle 14 partite stagionali, 7 volte per 80 minuti completi.
Anche perché l’ex capitano azzurro sta giocando una stagione sublime, libero da pressioni, illuminando e divertendo. Ancora non ha deciso definitivamente se chiudere la carriera a fine stagione oppure no, a Repubblica ha detto solo una quindicina di giorni fa che potrebbe in effetti essere l’ultimo anno. All’orizzonte non sembra davvero praticabile un suo giro d’onore in maglia azzurra, e forse in fondo è anche giusto così, non senza una punta d’amarezza. Godiamoci questi suoi ultimi mesi, se in effetti saranno tali, e prepariamoci a celebralo nel modo in cui merita uno dei più grandi Azzurri della storia del nostro rugby. E se poi ultimi non dovessero essere, tanto meglio per noi.
13. Italia: alla ricerca di una vittoria
E’ una storia che accompagna la nostra nazionale da un po’ di tempo. Nel 2020 la nuova Italia di Franco Smith non ha vinto nessuna partita, l’ultima vittoria rimane quella contro il Canada alla Rugby World Cup 2019. Il 2021 presenta un calendario allo stesso tempo fitto e ostico per gli Azzurri: il Sei Nazioni, tre partite contro gli All Blacks e, infine, Argentina e Uruguay. Contro questi ultimi sarà legittimo pretendere un successo, ma speriamo di non dover aspettare novembre per poter gioire. L’Italia andrà finalmente alla ricerca di una vittoria contro una squadra che la precede nel ranking mondiale.
14. Gli All Blacks alla riconquista di sé stessi
Anche la Nuova Zelanda si è trovata a dover parzialmente ricostruire dopo la Coppa del Mondo, e il 2020 non è stato particolarmente clemente con gli All Blacks, almeno stando agli standard degli All Blacks: due partite perse e un pareggio in 6 partite, e la generale impressione di andare un po’ a corrente alternata, di aver perso soprattutto il grande cinismo che ha contraddistinto la squadra.
Il 2021 sarà anno cruciale per Ian Foster: serve subito tornare a ingranare la marcia migliore e tornare a fare quello che ci si attende dalla squadra più forte del mondo.
15. Quello strano accrocchio dei Western Force
Se il 2020 ha segnato il ritorno alla ribalta della franchigia australiana dei Western Force, il 2021 vedrà la squadra ancora più protagonista, grazie alla strana rosa che stanno mettendo assieme per riuscire ad essere maggiormente competitivi nel Super Rugby AU e, poi, nel Super Rugby Trans-Tasman, novità dell’anno.
A Perth sono arrivati Rob Kearney, Tevita Kruidrani, l’ex Clermont Jake McIntyre, il pilone internazionale Tom Robertson e un bagaglio di ex Jaguares: Julian Montoya, Domingo Miotti, Tomas Lezana, Tomas Cubelli e Santiago Medrano. Squadra cult 2021?
16. Nazionale under 20 di nuovo in campo
La nazionale giovanile italiana, dalla quale sono arrivate alcune delle migliori notizie degli ultimi anni, non gioca da quasi 10 mesi. Nel 2021 tornerà in campo con una nuova classe di giocatori, composta dai ragazzi classe 2001, di cui già tanti militano con alterne future in Top 10, e dai più giovani 2002, fra cui ci sono profili interessanti ancora tutti da scoprire. In calendario, prima del Sei Nazioni, c’è un test contro la Francia a Bastia, in Corsica, che però deve essere ancora confermato ufficialmente. Sarà un gradito argomento che tornerà protagonista del rugby italiano.
17. La classe del Nuovo Millennio
Proprio dalla under 20 sono arrivate alcune delle novità che oggi abbiamo ormai consolidato come realtà della nazionale italiana: nel 2021 Paolo Garbisi, Jacopo Trulla, Stephen Varney, Gianmarco Lucchesi e Federico Mori, tutti nati negli Anni Duemila, continueranno a scrivere la propria storia in Azzurro. E chissà che qualche altro giovane di belle speranze non li segua a ruota, diventando protagonista sin da subito.
18. Federico Ruzza alla riscossa
Il seconda linea del Benetton è un giocatore unico nel panorama azzurro, un avanti mobile, intelligente e dotato di ottima tecnica individuale. Messo da parte da Franco Smith nella seconda parte dell’anno, il 2021 sarà un anno decisivo per il 26enne padovano. Per riconquistare il posto in nazionale, Ruzza deve necessariamente da una costante eccellenza con il Benetton, dimostrando di poter essere importante grazie alle sue peculiarità e nonostante un profilo tecnico così diverso da quello delle altre seconde linee in casa biancoverde e azzurra.
Citrons, Orange et eau claire ! #LesArchivesDeLeGreub pic.twitter.com/Sh7oNSlmoE
— greub🐑 (@greub1) December 24, 2020
19. Il Benetton può tornare vincente?
Già, il Benetton. Ci sono davvero margini perché la squadra si scrolli di dosso la ruggine, la sfortuna e la malinconia che sembra attanagliarla e tornare sulla retta via, o c’è bisogno di una rivoluzione assai più concreta?
Le prime risposte al grande interrogativo del 2021, per i Leoni, arriveranno nei due derby di inizio anno, poi con la possibile qualificazione agli ottavi di Challenge Cup. La stagione di Pro14 è ormai andata alla deriva, ma concludere l’annata dimostrando di essere tornati competitivi nella neonata Rainbow Cup sarebbe un incoraggiante biglietto da visita per i futuro.
20. Antonio Rizzi
Se quella di Federico Ruzza è forse la linea di trama più interessante da seguire sul versante dei Leoni, in casa Zebre la crescita di Antonio Rizzi sarà il tema del 2021. Fino ad oggi le scelte dello staff tecnico capeggiato da Michael Bradley hanno messo in chiaro le cose, a livello gerarchico: fiducia a Rizzi, ma quando c’è Carlo Canna la maglia numero 10 spetta al beneventano.
Da ottobre ad oggi, l’ex mediano di apertura della nazionale under 20 ha già mostrato alla franchigia di Parma tutto il suo meglio e il suo peggio: a giocate illuminanti e divertenti, ha alternato brutti errori dai quali ha dimostrato di non essere sempre capace di rialzarsi durante una partita. A febbraio e marzo avrò verosimilmente la possibilità di dimostrare di essere cresciuto e di poter finalmente insidiare la solida presa di Canna sulla 10 delle Zebre.
21. Spagna, Romania, Russia: la lotta per diventare la nuova Cenerentola del Vecchio Continente
La Autumn Nations Cup ci ha lasciato con una consapevolezza: la Georgia è ancora quanto di meglio c’è, in Europa, al di fuori del Sei Nazioni. Con ogni probabilità i prossimi Rugby Europe Championship, valevoli anche per la qualificazione al mondiale, saranno suoi. Tuttavia, anche la posizione numero 2 nella classifica aggregata 2021-2022 vale un posto alla Rugby World Cup, e ci sono tre squadre che partono più o meno allo stesso livello per cercare di ottenerlo: Spagna, Romania e Russia. Via alla contesa per essere l’ottava meraviglia del Vecchio Continente.
22. Alfie Barbeary è qui per rimanere
Il nuovo fenomeno del rugby inglese si chiama Alfie Barbeary, ha 20 anni ed è appena uscito dalla academy degli Wasps. Già giocatore impressionante a livello giovanile, Barbeary portava le stimmate del predestinato, e nelle sue prime 10 presenze con il club di Coventry non ha fatto altre che confermare la certezza di essere un fenomeno. Nato come centro, spostato a tallonatore in academy e per il momento selezionato soprattutto come terza linea dai Wasps, a fine anno Eddie Jones lo ha pure incluso nella rosa allargata dell’Inghilterra: aspettiamo il 2021 come anno della sua consacrazione.
23. La Champions Cup condizionata
Tutto il mondo del rugby è stata e continuerà ad essere condizionato dalla pandemia da coronavirus, ma una delle competizioni che sebra aver maggiormente risentito di questo è la Champions Cup, uno dei tornei più belli e difficili della stagione ovale.
Non solo la sua intricata formula ha alienato parte del piacere, ma l’essere incastrata in un numero prestabilito e bloccato di turni comporta la sconfitta a tavolino per le squadra che hanno la sfortuna di incorrere in casi di giocatori positivi.
Ne esce quindi un torneo condizionato, che sarà deciso da un insieme di abilità e merito delle squadre e da una componente aleatoria destinata a complicare le tante fila che compongono la coppa. Un esempio? I campioni in carica di Exeter iniziano il 2021 con la necessità di ottenere vittorie importanti per riuscire a qualificarsi alla fase finale, a causa della sconfitta a tavolino contro Tolosa. Non sono e non saranno gli unici.
24. La prima qualificazione di sempre di un’italiana alle fasi finali di una coppa europea
Come già accennato in precedenza, il mese di gennaio potrebbe vedere subito la realizzazione di quello che può essere uno dei grandi temi del 2021: la prima qualificazione di sempre di un’italiana alle fasi finali di una coppa europea. Sia Zebre che Benetton sono in buona posizione per riuscire a ottenere il passaggio agli ottavi di finale di Challenge Cup. Da lì in poi, in fondo, si può anche pensare di osare e di provare a raggiungere obiettivi ulteriori.
25. Il primo campione italiano degli Anni Venti
Nel panorama domestico, invece, c’è un Top 10 destinato ad assegnare il primo titolo di campione italiano degli Anni Venti, dopo che la stagione 2019/2020 se n’è andata senza uno Scudetto. In estate, quando le cose sotto il profilo della pandemia andavano meglio, il campionato che andava iniziando sembrava diviso nettamente in due: da una parte le cinque migliori (Rovigo, Calvisano, Petrarca, Valorugby e Fiamme Oro) con un mercato importante e grandi ambizioni, dall’altra le altre cinque (Lazio, Colorno, Lyons, Mogliano e Viadana) che si affidavano ad un mercato residuale e che avrebbero battagliato per la salvezza.
Dopo le prime giornate di campionato, seppur fortemente condizionate dai tanti rinvii, il Top 10 sembra una faccenda un po’ più complessa: Colorno e Viadana sono due squadre ben costruite e grintose, che possono mettere in difficoltà tutti, i Lyons sono più coriacei del previsto, mentre Rovigo, Calvisano e Fiamme Oro faticano a ingranare le marce alte.
Sullo sfondo un campionato che alle consuete difficoltà strutturali coniuga anche quelle derivanti dalla peculiare situazione nella quale ci troviamo tutti. Duemilaventuno anno di svolta: si va verso l’alto o verso il basso?
26. Sam Simmonds, il più forte fuori dal giro
Una specifica sottotrama con il numero 8 degli Exeter Chiefs come protagonista non è una novità, vista l’attenzione che le prestazioni di questo giocatore fenomenale richiedono. Nel 2020 ha segnato 22 mete fra Premiership e Champions Cup, 10 (!) in più di Cheslin Kolbe e Dave Kearney, che compongono il podio della classifica marcatori nell’anno solare. Un centro nei panni del numero 8, Simmonds fa notizia non solo per la sua eccellenza, ma anche per la sua costante e apparentemente inappellabile esclusione dalle liste di Eddie Jones, rendendolo il giocatore più forte a non giocare sul palcoscenico internazionale: una storia da tenere d’occhio anche nel 2021.
22 – @samsimmonds_ has scored 22 tries in the league and Europe in 2020, 10 more than any other player from a Premiership, PRO14 or TOP 14 club this calendar year. Gap. pic.twitter.com/u1h5qBewTS
— OptaJonny (@OptaJonny) December 30, 2020
27. Antoine Dupont alla conquista dell’Universo
Il rugby degli Anni Venti può essere quello del revival dei giocatori neuromuscolari? Da Faf de Klerk a Cheslin Kolbe, da Arthur Retiere a Antoine Dupont, ci sono sempre più giocatori dalle dimensioni fisiche non stratosferiche ma dalle qualità atletiche fuori dall’ordinario che emergono e diventano protagonisti. Comandante in capo dell’armata dei folletti esplosivi è proprio il numero 9 della Francia e del Tolosa, che ha ormai raggiunto standard di eccellenza assoluti. Il 2021 l’anno delle conquista dell’Universo?
Best scrum-half in the world turning it on, again. pic.twitter.com/OYlZJE1atm
— Ben Coles (@bencoles_) December 27, 2020
28. Il Sevens alle Olimpiadi, episodio secondo
Se alla fine le Olimpiadi di Tokyo andranno in scena, uno dei temi principali del 2021 ovale sarà la declinazione a sette del rugby, protagonista del torneo olimpico. A Rio furono una delle novità e un discreto spettacolo, specie nelle fasi finali. Le Fiji si accaparrarono l’oro nel maschile, l’Australia nel femminile. Entrambe le squadre rimangono fra le favorite nelle rispettive categorie, insieme alla Nuova Zelanda che potrebbe puntare alle doppietta, e ai Blitzboks per quanto riguarda gli uomini. Ma attenzione: nella singola competizione possono dire la loro anche la Gran Bretagna e il Giappone padrone di casa.