Nel 1999 Lorenzo Cherubini AKA Jovanotti vince il Festivalbar con Un raggio di sole, secondo singolo estratto da Lorenzo 1999 Capo Horn, il suo ottavo album registrato fra Forlì e New York. In quel disco c’è un altro successone come Per te e un indimenticabile La vita nell’era spaziale scritta con Eugenio Finardi, autore peraltro di altre lisergiche fantasie sintetiche come la volta in cui si è presentato al Festival di Sanremo con una dichiarazione d’amore per Lara Croft, quella di Tomb Raider.
Fra le pieghe di quel disco c’è anche una pezzo funky di minor successo, Dal basso, dove un Jova cospiratorio, con toni da Fight club, promuove un’affascinante utopia: tutto nasce dal basso, e poi va su.
“C’è una grande idea che ancora non si sa
Un’idea che cambierà questa città che ci trasformerà
E che ci farà vibrare
Un’idea che ancora non si può capire non si può vedere, ma c’è
È da qualche parte viene verso di te
Non è negli ambienti intellettuali
Non è scritta sulle pagine dei giornali
Non si può comprare con i soldi che vuoi”
recitano i primi versi della canzone.
Intanto, mentre il Nostro alzava il trofeo del Festivalbar e inondava le radio, nella operaia Birmingham, pochi giorni prima della fine di quell’estate, veniva al mondo Oliver Francis Lawrence, quella grande idea che ancora non si sa.
Coincidenze? Io questo non credo.
Nelle scarpe di Manu Tuilagi
Ollie Lawrence è il principale volto nuovo dell’Inghilterra nel 2020. Non perché non abbiano debuttato altri giocatori di sicuro talento, ma perché al secondo centro dei Worcester Warriors Eddie Jones sta concedendo un ammontare di minuti che sta diventando consistente: prima una comparsa nella trasferta di Roma per vincere il Sei Nazioni, poi un’ora contro la Georgia per l’apertura della Autumn Nations Cup, ora la conferma da titolare per una partita importante come quella contro l’Irlanda a Twickenham, dove la maggior parte degli occhi ovali sono concentrati per il secondo turno del nuovo torneo novembrino.
Secondo la maggior parte della stampa inglese, il compito del nuovo arrivato nella rosa dell’Inghilterra sarebbe quello di riempire il vuoto lasciato da Manu Tuilagi come centro di sfondamento in mezzo alla backline della Rosa.
Attenzione, però, perché Ollie Lawrence è un giocatore diverso sia da Tuilagi che da Ben Te’o, l’altro centro bulldozer usato da Eddie Jones in questi anni, che peraltro indossava la stessa maglia in Premiership, quella dei Warriors.
Il fatto che il club di Worcester abbia serenamente deciso di non trattenere Te’o, un internazionale che ha ottenuto caps con i British & Irish Lions, alla fine del suo contratto è eloquente abbastanza per capire quanto questo ragazzo sia tenuto in altissima considerazione da chi lo ha visto da vicino, anche se è ancora sconosciuto al grande pubblico.
Andy Goode, che finché rimaniamo nel campo della palla ovale è uno che di cose ne capisce, lo aveva già detto due anni fa: guardate che Worcester si è assicurato un diamante con questo ragazzo. Goode lo aveva visto allenarsi con l’Inghilterra di Eddie Jones durante il ritiro che anticipava il tour in Sudafrica del 2018, unitosi al gruppo ad appena 18 anni.
Non abbiamo ancora avuto l’opportunità, fra i professionisti, di vedere gli incredibili offload che Lawrence si sparava sui campi degli under 18 inglesi
Quell’anno Ollie Lawrence aveva anche partecipato al Sei Nazioni under 20, seppur un anno più piccolo del previsto, mentre con i Worcester Warriors aveva già avuto modo di debuttare a novembre del 2017, poco più che maggiorenne, segnando subito una meta in Anglo-Welsh Cup, la competizione spesso utilizzata dai club di Premiership per far crescere i giovani.
Nella stagione 18/19 partecipa con successo alle spedizioni dei suoi gialloblu in Challenge Cup, fra cui una roboante vittoria a Parigi, ottenuta contro uno Stade Français allora secondo in classifica. Dopo averlo visto fare a pezzi Jonathan Danty e Gael Fickou, Heyneke Meyer corse a chiedere al director of rugby di Worcester Alan Solomons chi fosse quel ragazzino.
Cose che gli abbiamo visto fare alla grande
“Ollie è baciato dalla genetica, è un atleta molto esplosivo che possiede l’X-factor – ha detto di lui Solomons a RugbyPass – Ollie ha anche buoni appoggi e buone capacità di offload, e corre dei begli angoli di corsa.”
Ed è esattamente il tipo di giocatore che Ollie Lawrence è. Non è uno scardinatore che grazie alla forza del proprio upper body riesce ad andare oltre e poi liberare le braccia per dare continuità al possesso come Ben Te’o, non è una palla da demolizione umana che evade i placcaggi grazie alla forza centrifuga della propria corsa come Manu Tuilagi. Sì, rientra nel novero dei centri che attraverso caratteristiche fisiche estreme, come il quintale di muscoli che si porta addosso, riesce a fare la differenza in attacco.
Rispetto a Te’o è più brevilineo e ha degli appoggi molto più esplosivi, mentre rispetto a Tuilagi è più rapido nel breve e corre delle magnifiche linee di corsa a tagliare verso l’interno, quando l’altro preferisce soprattutto una corsa ad uscire.
Ha un piede più educato rispetto ad entrambi e ha mani morbide, capaci di incollarsi al pallone, come abbiamo visto nei minuti iniziali di Inghilterra-Georgia, quando Slade gli ha regalato un passaggio destinato più ai lacci delle sue scarpe che ai suoi polpastrelli.
Eddie Jones ha impostato la sua nuova linea arretrata avvicinando un playmaker come Slade alla fonte del gioco, e riposizionando a numero 13 Lawrence, che soddisfa le esigenze del tecnico di giocatore fisico in mezzo al campo per trovare l’avanzamento, ma ha anche quelle capacità di evasione più elusive che gli consentono di essere una grande minaccia in tutte le occasioni, un po’ come se fosse una sorta di prodotto finale ibrido che somma le caratteristiche di Manu Tuilagi a quelle di Jonathan Joseph.
How it started How it’s going
— Worcester Warriors (@WorcsWarriors) November 1, 2020
Mike Brown, l’estremo degli Harlequins, ha giudicato così la sua prestazione dal suo spazio settimanale sul Daily Mail: “In attacco ha fatto un paio di belle penetrazioni per mettere l’Inghilterra in avanzamento e ha corso in maniera interessante da finto penetrante, portando in un’occasione alla meta di Elliot Daly nel primo tempo, creata da un sovrannumero all’esterno che ha generato il break di Jonathan Joseph.”
“Lawrence si è applicato al compito di correre la giusta linea, il che significa che era presente in quel momento, quando sarebbe stato facile non essere concentrato in una partita semplice. Se non corre adeguatamente in quel frangente, Joseph non trova lo spazio per correre, visto che il secondo centro avversario avrebbe potuto scalare e placcare.”
Dove dobbiamo ancora vederlo
Se offensivamente Lawrence ha avuto occasione di far vedere parte del suo arsenale, per quanto finora poco coinvolto nelle partite che ha giocato, dove ancora manca un vero e proprio test sul palcoscenico internazionale è in difesa.
Ancora Brown, ancora dal Daily Mail: “In difesa non è stato messo alla prova ma la sua energia sul kick-chase è sempre sta buona e ha portato su tutta la squadra in quelle occasioni spingendo forte. Il numero 13 è il ruolo in cui è più difficile difendere perché devi stare connesso con i giocatori al tuo interno e c’è un sacco di spazio esterno fra te e l’ala.”
Gli highlights della vittoria di Worcester a Parigi, due stagioni fa, con un Ollie Lawrence fondamentale
Uno spazio che l’Irlanda, prossima avversaria, potrebbe cercare di esplorare. Ollie Lawrence è ora di fronte alla prova più grossa finora affrontata in carriera, lui cresciuto, seppur sempre tenuto in grande considerazione da chi lo conosceva, lontano dalle luci della ribalta, in un Worcester che nel 2020 ha vissuto una stagione di transizione: come al solito in coda nella classifica di Premiership, ma mai coinvolta in una lotta salvezza che non c’è stata.
Bundee Aki e Chris Farrell sono due clienti scomodi, fisici e duri. Una bella prova per un novizio che, però, sta finora riscontando i favori di tutti.
“Ollie è un giocatore molto diligente nell’analizzarsi e nel chiedere sempre un feedback sulla sua prestazione – ha detto Eddie Jones – Ha stabilito buoni rapporti con le sue ali e JJ [Jonathan Joseph] è stato fantastico con lui, condividendo informazioni e dandogli consigli su cosa fare.”
“Stiamo cercando di costruire un po’ di profondità in quel ruolo. Non è una posizione dove ne abbiamo granché senza Manu. Ollie è un giovane centro potente e vogliamo che porti in campo quell’abilità di colpire la linea difensiva, creare avanzamento e poter giocare da lì.”
Lawrence, però, è capace di ben più di questo. Per dirla con Jovanotti, è un’idea che cambierà questa città, che ci trasformerà, e che ci farà vibrare, un’idea che ancora non si può capire non si può vedere, ma c’è.
È da qualche parte viene verso di te.