La Georgia è diventata uno spauracchio per l’Italia in concomitanza della nostra scarsità di vittorie con le grandi del rugby mondiale. Non è troppo sbagliato dire che Italia e Georgia sono state per lungo tempo la sesta e la settima squadra d’Europa, una regolarmente ultima nel Six Nations, l’altra regolarmente prima nel Rugby Europe Championship.
Nel corso degli anni i Lelos hanno potuto mettere sul piatto dei risultati incoraggianti, arrivando alla prima sfida verità del 2018 con tante aspettative, poi riposte nel cassetto dopo il 28 a 17 con cui gli Azzurri vinsero autorevolmente a Firenze.
I precedenti del 1998 (31 a 14 a L’Aquila), del 2000 (51 a 7 a Livorno) e del 2003 (31 a 22), fanno poco testo perché sono stati giocati in un periodo in cui il nostro rugby era agli albori del professionismo e quello georgiano era quasi totalmente dilettantistico.
Se oggi ci troviamo a dover vivere ancora il confronto con i caucasici come un ipotetico spareggio, la colpa è della sconfitta per 28 a 19 allo stadio di Batumi. In quel torrido luglio del 2022, l’Italia di Kieran Crowley finì schiacciata dalle circostanze e offrì l’assist ai tanti scettici che hanno sempre considerato la Georgia una competitor diretta per partecipare al salotto buono del rugby continentale.
Al netto della rivalità che si è venuta a creare, soprattutto per ragioni mediatiche, l’Italia e la Georgia oggi sono due squadre separate da un livello tecnico abbastanza diverso, con la nazionale di Gonzalo Quesada che può schierare in campo un numero maggiore di giocatori dall’alto profilo internazionale.
Questo non significa che la sfida di Genova sia priva di trabocchetti. I georgiani possono metterci in grande difficoltà perché affrontano ogni avversario senza timore reverenziale, portano in campo una robusta dose di orgoglio e sono guidati da un head coach come Richard Cockerill che conosce a fondo le dinamiche dei test match.
In controtendenza rispetto alla reputazione che si sono fatti negli anni, la Georgia però non è più considerabile come la celebre fabbrica di piloni del passato, e oggi il meglio del suo repertorio tecnico lo offre sulla linea dei trequarti. Lì è dove si trova la gran parte delle stelle, lì è dove si trova anche l’estremo del Lione Davit Niniashvili: attaccante formidabile, veloce, intraprendente e opportunista. Il pericolo pubblico numero uno è lui.
Altro ottimo interprete del triangolo allargato è Akaki Tabutsadze, recordman di mete con la maglia della nazionale georgiana (39 sigilli in 42 partite) e finalizzatore seriale nel mondo delle Tier 2. La coppia di talenti dei Black Lion (la franchigia che partecipa anche alla Challenge Cup) composta dal mediano di apertura Luka Matkava e dal secondo centro Tornike Kakhoidze è un duetto da tenere sott’occhio, perchè combina velocità, solidità e affidabilità.
Dietro ad un pacchetto roccioso e non troppo esperto (solo 13 caps internazionali di media) si trova il capitano Vasil Lobzhanidze in forza ad Oyonnax, un metronomo di grande esperienza (87 caps) nonostante i soli 28 anni.
I primo otto uomini a disposizione di Cockerill al momento non dispongono della stessa personalità dei vari Beka Gorgadze, Mamuka Gorgodze, Davit Zirakashvili e Davit Kubriashvili, tutti giocatori che nel recente passato avevano contribuito a costruire la reputazione della mischia georgiana, spesso identificata come una delle più abrasive del pianeta ovale.
Tra i 21 avanti convocati per il tour autunnale, ci sono molti giocatori di scena nella Pro D2 francese. Tutti atleti promettenti e rispettabili, che si esaltano quando indossano la maglia della nazionale. Ma il quesito è: dobbiamo avere così tanta paura di loro?
Dove si vince la partita con la Georgia
Quando si va ad affrontare una squadra che nella sua testa gioca la partita della vita, è chiaro che l’aspetto emozionale abbia un peso rilevante sull’economia del match. L’Italia non può correre il rischio di tornare vittima dei suoi demoni come è successo a Batumi nel 2022.
La sconfitta con l’Argentina è stato un brutto passo falso, ma la nazionale di Quesada a Marassi è la squadra da battere in virtù di una cassetta degli attrezzi più ricca di risorse rispetto agli avversari. A partire da quei placcaggi anticipati che hanno generato degli impatti notevoli già ad Udine.
Mettere le cose in chiaro sul piano delle collisioni vorrebbe dire che i georgiani non possono trovare terreno fertile per affondare il colpo. Anche perché se il punteggio non andasse oltre la distanza di break allora la Georgia diventerebbe davvero una enorme minaccia per questa Italia, ancora frastornata sul piano mentale dalla batosta del ‘Friuli’.
I Lelos attaccano in maniera molto semplice e diretta, quasi scolastica, mentre l’Italia ha una gamma di combinazioni più articolate. Per innescare quelle manovre palla in mano che ci hanno reso brillanti nel Sei Nazioni scorso, è necessario mettere insieme un sacco di aspetti che sono andati male a Udine, tra cui il gioco aereo e la battaglia sui breakdown.
Il punto d’incontro è stato il grande tema della partita con i Pumas, ma è anche il nodo centrale di questa sfida, in cui è quanto mai necessario vincere i duelli uno contro uno, proteggere bene i possessi e mettere subito le cose in chiaro per riportare rapidamente una ambiziosa Georgia sul pianeta terra.
Le formazioni di Italia-Georgia
Italia: 15 Matt Gallagher, 14 Jacopo Trulla, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Alessandro Garbisi, 8 Ross Vintcent, 7 Michele Lamaro ©, 6 Sebastian Negri, 5 Dino Lamb, 4 Niccolò Cannone, 3 Simone Ferrari 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Gianmarco Lucchesi, 17 Mirco Spagnolo , 18 Pietro Ceccarelli, 19 Riccardo Favretto, 20 Manuel Zuliani, 21 Alessandro Fusco, 22 Leonardo Marin, 23 Giulio Bertaccini
Georgia: 15 Davit Niniashvili, 14 Akaki Tabutsadze, 13 Giorgi Kveeladze, 12 Tornike Kakhoidze, 11 Sandro Todua, 10 Luka Matkava, 9 Vasil Lobzhanidze (cap.), 8 Tornike Jalaghonia, 7 Giorgi Tsutskiridze, 6 Ilia Spanderashvili, 5 Giorgi Javakhia, 4 Mikheil Babunashvili, 3 Irakli Aptsiauri, 2 Vano Karkadze, 1 Nika Abuladze
A disposizione: 16. Luka Nioradze, 17. Giorgi Akhaladze, 18. Luka Japaridze, 19. Lado Chachanidze, 20. Luka Ivanishvili; 21. Gela Afrasidze, 22. Tedo Abzhandadze, 23. Demur Tafladze