Venerdì 4 febbraio prende le mosse il Sei Nazioni under 20.
La rassegna giovanile è tornata al suo tradizionale spot cronologico, in contemporanea con il Torneo delle nazionali maggiori.
Sebbene questo sia un vantaggio logistico chiaro per tutti, federazioni, club e giocatori, la competizione rischia di risentirne un po’ in termini di visibilità rispetto alla bizzarra ma efficace formula dello scorso anno, con tutte le squadre radunate in un unico paese nel mese di giugno e partite a ritmo serrato.
In questa edizione l’Inghilterra parte con i favori del pronostico, con Francia e Irlanda immediatamente ad inseguire e le altre tre più indietro.
In generale, rispetto ad altre edizioni, il numero di giocatori con alle spalle già alcune esperienze sui palcoscenici importanti è diminuito, fatta forse eccezione per la Francia, che ha diversi esponenti di squadre del ProD2, la seconda divisione nazionale più impegnativa del mondo.
Gli Azzurrini possono fare bene. Anche se la squadra non ha probabilmente tutta la qualità dello scorso anno, ed è oltretutto orfana di due giocatori che avrebbero prevedibilmente fatto le fiamme a questo livello come Leonardo Marin e Tommaso Menoncello, ha comunque in Alessandro Garbisi e Lorenzo Pani due giocatori già arrivati al livello di franchigia.
Tanti i giocatori che hanno già debuttato nel Top 10 e un corpus di elementi che, rimasto nel limbo dell’Accademia Nazionale, si è comunque potuto confrontare finora con le Zebre.
La speranza è che la squadra guidata da Massimo Brunello possa, rispetto alla scorsa edizione, centrare qualche successo in più. Fu solo uno, contro la Scozia, nel Sei Nazioni di categoria del 2021, ma con grandi prestazioni contro Francia, Irlanda e Inghilterra. Il quarto posto può essere alla portata, davanti a Scozia e Galles, ma con una zampata in più si può ambire anche più in alto.
Accendiamo quindi le luci sul Sei Nazioni under 20 presentando, a insindacabile giudizio dell’autore, i talenti più interessanti di ciascuna squadra.
Léo Barré (Francia)
Sorprendentemente non selezionato per la prima partita della Francia contro l’Italia nel Sei Nazioni under 20, Léo Barré è uno dei talenti più cristallini della sua generazione.
L’annata 2002 transalpina non è clamorosa come quelle precedenti, ma riserva comunque prospetti brillanti. Barré è ulteriormente sopra la media: ha debuttato in Top 14 nel corso della scorsa stagione, e quest’anno, complice l’assenza di Nicolas Sanchez nella prima parte della stagione, ha potuto accumulare un notevole minutaggio nel massimo campionato a soli 19 anni.
Ha giocato 13 partite per lo Stade Français, di cui ben 7 da titolare. Tre le ha giocate da primo centro in Champions Cup, contro Connacht (x2) e Bristol, mettendo a segno anche una meta. In campionato ha giocato apertura o estremo e ha all’attivo 15 punti dalla piazzola.
È un giocatore intelligente e molto raffinato dal punto di vista tecnico, ma anche piuttosto imponente fisicamente, visto che sfiora il metro e novanta.
Dopo aver rappresentato la Francia under 18, è al secondo Sei Nazioni under 20.
Leo Barre powers through 💪!
🇫🇷 @FranceRugby v @Scotlandteam 🏴@SixNationsU20 #SixNationsU20 pic.twitter.com/u3dkOwqf2p— Guinness Six Nations (@SixNationsRugby) July 7, 2021
Occhio anche a: Theo Ntamack (numero 8, Tolosa); Leo Banos (flanker, Mont-de-Marsan), Enzo Reybier (ala, Oyonnax)
Robin McClintock (Scozia)
Viene dalla Francia uno dei talenti più interessanti di questa classe under 20 scozzese che cerca il riscatto dopo anni di magri raccolti.
Robin McClintock è cresciuto a Lione, prendendo le mosse al club dell’ARCOL Rugby e passando poi al LOU nel 2016, a quattoridi anni. La scorsa stagione ha militato nelle file delle giovanili dell’Agen. Poi l’estate scorsa gli è stato offerto un contratto dal centro di formazione del Montpellier, quello che peraltro ha anche sotto contratto Paolo Garbisi.
Anthony Floch, l’ex estremo di Clermont e Montpellier (3 caps con la Francia nel 2008) che oggi allena alla academy del club, lo ha descritto così: “Robin è un giocatore dotato e completo, capace di giocare in ogni ruolo sulla linea dei trequarti. È un piazzatore, è rapido e molto forte nei duelli individuali. La sua polivalenza e le sua abilità palla in mano gli consentiranno di dimostrare rapidamente il suo talento fra i professionisti.”
Finora, il neo-20enne ha giocato solamente alcune tappe del SuperSevens, il torneo di rugby a sette di inizio stagione che vede protagoniste le squadre del Top 14. È stato selezionato come estremo della Scozia per il primo match contro l’Inghilterra e potrà subito mettere in mostra le sua abilità offensive di contrattaccante.
Occhio anche a: Olly Frostick (pilone, Ealing Trailfinders); Olujare Oguntibeju (seconda linea, Ealing Trailfinders); Christian Townsend (Glasgow Warriors)
Robin McClintock, Duncan Munn, Jed Gelderbloom, Gregor Scougall, Josh Taylor + Matthew Deehan will make @Scotlandteam debuts V England, in the @SixNationsU20 with Gregor Hiddleston, Callum Norrie, Jake Spurway, Olujare Oguntibeju, Tim Brown + Ben Evans set to debut from bench pic.twitter.com/FFOg20UcCy
— Gary Heatly (@G_HMedia) February 2, 2022
Morgan Lloyd (Galles)
A quanto pare Morgan è un nome molto in voga in Galles. Lloyd invece è sia un nome che un cognome molto diffuso. Un po’ come se questo giovane mediano di mischia si chiamasse Matteo Lorenzo, insomma.
Ma abbiamo qualcosa in più da dire rispetto a questa digressione totalmente superflua? Sì.
Morgan Lloyd è al suo primo Sei Nazioni under 20 nonostante sia dell’anno 2002 e partirà come seconda scelta alle spalle di Harri Williams, già titolare nel Torneo del 2021. Lloyd però ha i mezzi per sopravanzare il collega, pur tenuto in maggior considerazione per il momento.
È il tipico mediano di mischia gallese dalle dimensioni compatte e con il vizio di bucare la prima guardia vicino al punto d’incontro, con la rapidità giusta per trovare la linea bianca se servito sulla linea di sostegno interna.
Fa parte di una interessante nidiata di giovani talenti della academy dei Dragons insieme al numero 8 Ben Moa, nato e cresciuto in Galles da genitori tongani e che molti indicano come il prossimo Taulupe Faletau, visto che ne ricorda aspetto e movenze.
Occhio anche a: Ben Moa (numero 8, Dragons); Morgan Morse (flanker, Ospreys); Jac Lloyd, (mediano di apertura, Bristol Bears)
Patrick Campbell (Irlanda)
A un certo punto, neanche tanto tempo fa anche se sembrano passati eoni, il Munster ha avuto un grosso problema. Con metà squadra in isolamento anti-omicron dopo la famigerata trasferta in Sudafrica, la franchigia irlandese doveva presentare un XV competitivo in Champions Cup per giocare contro i Wasps.
Furono costretti ad attingere a piene mani anche dalla academy, e a dare la maglia numero 15 a Pat Campbell, uno dei giocatori di maggiore prospetto della squadra giovanile. Gli sono bastati 42 minuti per andare in meta.
Il Munster poi, vuoi per i 19 assenti per infortunio in casa Wasps o per il rosso subito in apertura di gara, avrebbe portato a casa quell’incontro a Coventry per 35-14, ma Campbell ha avuto modo di mettersi subito in mostra per la sua propensione offensiva e per l’elettricità delle sue gambe.
Nella partita successiva contro Castres, di nuovo titolare, ha impressionato di nuovo per la fiducia nei propri mezzi e la sicurezza con cui ha giocato.
Fino al 2019 Campbell giocava anche a calcio gaelico, mettendosi in mostra per la squadra di Cork nello sport irlandese. È senza dubbio una delle stelle del torneo, con un brillante futuro con la prima squadre del Munster davanti a sé.
Occhio anche a: James McCormick (flanker, Ulster); Chay Mullins (ala, Bristol Bears)
Fin Baxter (Inghilterra)
“Avevo sentito molto parlare di lui, a detta di tutti è una stella internazionale a livello giovanile” ha detto The Bomb, AKA Adam Jones, il riccioluto pilone del Galles e dei British & Irish Lions che oggi si occupa della mischia chiusa degli Harlequins.
La dichiarazione è arrivata all’indomani del debutto fra i professionisti di Fin Baxter, il giocatore inglese con il potenziale più alto di questa generazione di talenti che è ancora una volta la principale favorita per la conquista del Sei Nazioni under 20.
Baxter è cresciuto come pilone destro a Wellington College, la scuola della cui squadra era il capitano. Aveva i gradi anche in nazionale under 18, prima di passare alla fascia d’età superiore dove è stato passato a sinistra.
Lo scorso anno, non ha inizialmente partecipato al Sei Nazioni di categoria, perché gli Harlequins hanno avuto bisogno di lui in Premiership, dove infatti giocò contro i Sale Sharks. Tornò solo per l’ultima partita, contro l’Italia, guadagnandosi immediatamente il titolo di man of the match.
In questa stagione ha avuto 17 minuti di gioco in due diverse occasioni, contro Bristol Bears e Worcester Warriors. Non pochi se si considera la normale evoluzione di un giocatore di prima linea e l’età di Baxter, che compirà fra poco 20 anni. Baxter, pilone piuttosto compatto con il baricentro alto, ha dalla sua una mobilità e un allungo che altri pariruolo non hanno, ma sembra allo stesso tempo in grado di non soffrire in mischia chiusa, anche contro avversari di una certa caratura.
Occhio anche a: Emeka Ilione (flanker, Leicester Tigers); Ethan Grayson (centro, Northampton Saints); Henry Arundell (utility back, London Irish)
A truly spectacular game of rugby with some real moments of magic that will inspire so many. For this Head of Rugby & former front rower though the clear highlight was this scrum involving 2019 XV Capt Fin Baxter at LH more than holding his own as 19yr old against a B&I Lion pic.twitter.com/tKhZ1dBVHH
— Wellington College RFC (@RugbyWelly) October 8, 2021
Alessandro Garbisi (Italia)
In un’Italia infarcita anche in questa annata di talenti interessanti, tanto quanto le altre squadre e in alcuni casi anche di più, Alessandro Garbisi è il giocatore più avanti di tutti gli altri.
A 19 anni ha già alle spalle un campionato di Top 10 da protagonista a Mogliano (11 volte titolare e 777 minuti giocati nella scorsa stagione) e una sempre più costante presenza al livello superiore, con il Benetton, per il quale è permit player.
Dopo aver iniziato la stagione di nuovo a Mogliano, infatti, con 5 presenze fra ottobre e novembre, il numero 9 è stato chiamato a rappresentare la franchigia italiana in United Rugby Championship e in Challenge Cup, accumulando 6 presenze, sempre dalla panchina.
Nel Sei Nazioni under 20 dello scorso anno giocò da titolare 2 partite, contro Francia e Inghilterra, riuscendo a soffiare il posto a un leader degli Azzurrini come Manfredi Albanese, altra indicazione del suo precoce talento.
Garbisi è un giocatore audace e rapido, con un gioco al piede interessante. Nell’Italia dello scorso anno si era preso anche i compiti di piazzatore (anche se con alterne fortune), oltre ad avere un bel box kick, caratteristica tecnica dove i mediani italiani sono spesso e volentieri colpevolmente lacunosi.
Con Dewaldt Duvenage in progressivo logoramento (alla fine del suo contratto con il Benetton a giugno 2023 avrà 35 anni), il nome di Alessandro Garbisi è una certezza per i Leoni del futuro. Intanto però ci sono da difendere i colori azzurri.
Occhio anche a: Lorenzo Pani (utility back, Benetton); David Odiase (terza linea, Colorno); François Mey (centro/estremo, Colorno); Giovanni Sante (apertura, Mogliano)