Storie di Leoni: 1888

La rocambolesca storia del primo tour dei Lions di sempre

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Sarebbero diventati i Lions una quarantina di anni dopo la prima spedizione di una selezione britannica nell’emisfero australe. Per la storia ovale, però, quella organizzata da Alfred Shaw e Arthur Shrewsbury nel 1888 viene individuata come la spedizione che diede origine al mito dei Lions.

Nacque tutto da un impiccio economico: nel 1887 Shaw, Shrewsbury e il compagno d’avventure James Lillywhite, tutti e tre nazionali inglesi di cricket, organizzano un tour in Australia per la rappresentativa britannica, appunto, di cricket, in collaborazione con il Melbourne Cricket Club. Il tour si rivela un disastro dal punto di vista finanziario, tanto che i tre, per cercare di porre riparo alle perdite e avendo visto quanto il football (definizione estensiva, sia chiaro) stia avendo successo presso la popolazione australiana, decidono di metter su una selezione ovale per un tour che li porti in giro per Nuova Zelanda e Australia, permettendogli di risanare le loro finanze.

Il 9 marzo 1888 la New Zealand Shipping Company si onorava della presenza a bordo della nave Kaikoura di una selezione di 22 giocatori, fra i quali solamente quattro avevano affrontato match internazionali. Uno di loro era il ventottenne Robert Seddon, che venne nominato capitano della spedizione.

La squadra era per la maggior parte formata da giocatori provenienti dal nord dell’Inghilterra e dalla classe operaia, visto che i giocatori di prima fascia (e aristocratici) snobbarono il tour, soprattutto dopo che la Rugby Football Union negò il sostegno ufficiale alla spedizione di Shaw e Shrewsbury a causa della loro decisione di pagare i giocatori. Uno di loro, Jack Clowes, ricevette 15 sterline dai due manager per acquistare degli indumenti da portare in tour: denunciato alla federazione da parte del presidente del Dewsbury, battuto dall’Halifax dove militava Clawes nella finale di Yorkshire Cup poche settimane prima, venne giudicato professionista dalla Rugby Football Union e radiato dal gioco. Sfortuna volle che Clawes venisse a sapere del suo destino solo a bordo della Kaikoura, e non giocò nemmeno una partita delle 35 partite di rugby che la selezione disputò down under.

Aussie rules

Dopo quarantasei giorni di viaggio a bordo della Kaikoura, i 22 raggiungevano le coste neozelandesi e quindi Dunedin, dove disputarono la prima partita contro Otago, vinta per 8 a 3 in rimonta in un’era dove la meta contava per un solo punto mentre un calcio piazzato o un drop ne aggiungevano 3.

La squadra si arricchì nelle colonie australi della presenza di Andrew Stoddart, capitano dell’Inghilterra di cricket ma rugbista altrettanto capace, che nel 1890, tornato in madrepatria, avrebbe fondato la selezione a inviti dei Barbarians. I nonni dei Lions vestivano con una divisa rossa, bianca e blu, e scesero in campo davanti a diecimila spettatori nel loro primo incontro. Pochi giorni dopo, dato il successo della partita precedente, le due squadre si incontrarono di nuovo e ancora i Lions riuscirono a portare a casa la partita per 4 a 3.

Gli English footballers, come erano stati soprannominati al tempo, giocarono un totale di nove partite in Nuova Zelanda, perdendone due e pareggiandone una. Nella quarta partita, contro Canterbury a Christchurch, venne segnata quella che è riconosciuta come la prima tripletta nella storia dei Lions, firmata Johnny Nolan, trequarti di Rochdale. Nel frattempo, l’estremo Tommy Haslam definiva, si dice, la finta di passaggio nel rugby.

Finta di passaggio, dummy pass. Ancora oggi una movenza familiare ai giocatori di rugby, nonostante i suoi 129 anni di storia. Grazie Tommy Haslam

La tappa successiva fu il New South Wales, con 5 partite giocate in 10 giorni e senza far registrare nessuna sconfitta, prima di passare in Victoria, dove a Melbourne una folla di gente attendeva i britannici alla stazione ferroviaria. Il tour rugbistico ebbe un considerevole stop, perché nel frattempo la selezione affrontò diverse partite di football australiano, allora conosciuto come Victorian football, un gioco rassomigliante il calcio gaelico, a metà strada fra rugby e calcio.

In tutto il tour, la selezione affrontò 18 partite di aussie rules, vincendone cinque, risultato comunque notevole per una squadra che era scesa nel continente australe per giocare un altro sport. In particolare, da ricordare la vittoria contro la forte squadra del Port Adelaide per un solo goal.

Un tragico agosto

L’esperimento con il football australiano si concluse in agosto, dopo che nell’ultima partita di luglio l’interesse di giocatori e pubblico per l’affascinante passaggio di codice fu evidentemente scemato, tanto che alcuni giocatori si presentarono al match contro Essendon completamente ubriachi.

Bere, fumare e cantare erano peraltro le principali attività a cui si dedicavano fuori dal campo i giocatori britannici, che bucarono le tasche di Shaw e Shrewsbury a forza di conti da saldare in osteria. Nonostante il fitto calendario di impegni sportivi, i visitanti si concessero anche una battuta di caccia al canguro, nella quale il capitano Seddon rimediò un paio di pallini da caccia conficcati nella schiena. Questo non gli impedì comunque di scendere in campo qualche giorno dopo contro la University of Sidney, in un match vinto 8 a 4.

Fu tre giorni dopo che a Seddon accadde l’irreparabile: avventuratosi in canoa, solitario, lungo le rive del fiume Hunter, venne ritrovato annegato dai compagni di spedizione Jack Anderton e Andrew Stoddart. La morte del capitano venne onorata dai club di Newcastle e Sidney, che finanziarono un memoriale per il capitano della spedizione, inaugurato poi nel 1889. Le operazioni sportive ripresero tre giorni dopo la morte di Seddon, avvenuta il 15 agosto, e i footballers non ne vollero sapere di perdere più una partita dopo la scomparsa dell’amico e capitano.

Durante il tour del 2013 il capitano Sam Warburton e Manu Tuilagi visitarono la tomba di Seddon, rendendo omaggio 125 anni dopo al primo capitano della prima spedizione britannica

Lo scisma e il vil denaro

Dopo aver fatto di nuovo tappa in Nuova Zelanda, dove il tour si concluse con sette vittorie e tre pareggi nel mese di settembre, i britannici conclusero la spedizione. La nave che li riportava a casa attraccò in Inghilterra l’11 novembre, dopo otto mesi 21 giocatori tornavano a casa.

Già, perché nel frattempo Harry Speakman, trequarti del Runcorn, decise di stabilirsi in Nuova Zelanda prima e in Australia poi, continuando a dedicarsi allo sviluppo del rugby e finendo per divenire non solo il capitano del Queensland, ma anche un improbabile membro dei New Zealand Natives, la selezione che nel 1889 visitò le isole britanniche, ma il cui tour toccò, nel viaggio di ritorno Australia e Nuova Zelanda (ed è qui che Speakman partecipò). Ironicamente, i Natives per cui giocò, oggi meglio noti come Maori All Blacks, avevano battuto la vecchia squadra di Speakman, il Runcorn, solamente poche settimane prima.

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La Rugby Football Union decise di chiudere generosamente un occhio sui pagamenti, che furono evidentemente effettuati, ai giocatori per la loro presenza nel tour. A questi bastò firmare una sorta di autocertificazione giurata dove dicevano di non aver visto un soldo per tutta la durata della spedizione. La federazione inglese, infatti, era in aperto contenzioso con coloro i quali desideravano che il tempo investito nello sport fosse retribuito, strada già intrapresa dalla Football Association, già divenuta professionistica.

Per non opporsi alla stella di Stoddart, che aveva raggiunto enorme popolarità in Inghilterra, la RFU decise quindi di reintegrare tutti i giocatori, compreso il povero Jack Clowes, volendo almeno dare l’impressione di non discriminare i giocatori aristocratici dai minatori.

Confusi da Rugby Union, Rugby Leaugue, a XV, a XIII, ricchi, poveri, belli e brutti? Un piccolo riassunto per aiutarvi a orientarvi e capire perché il tour del 1888 non fu solo importante per la storia dei Lions, ma un traguardo di primaria importanza per tutta la storia dello sport con la palla ovale

La frittata però ormai era fatta: l’interpretazione strettissima del dilettantismo portò i club del nord a una sempre più aperta ribellione nei confronti della federazione inglese, fino a che, nel 1895 ventidue club si staccarono dalla Rugby Football Union per fondare la Northern Rugby Football Union, quella che ad oggi è nota come Rugby League, la lega del rugby a XIII.

Due terzi dei club secessionisti erano i club che avevano fornito i giocatori per il primo, glorioso esperimento che sarebbe poi diventato il tour dei British & Irish Lions. Un esperimento dettato da nient’altro che il vil denaro, quello che poi Shaw e Shrewsbury finirono per perdere definitivamente, non avendo calcolato quanto potessero bere in sette mesi 22 rugbisti in gita.