Ehi, mates (come direbbe Eddie Jones)! Questo articolo compare anche nella nostra Guida al Sei Nazioni 2021, il diario/zibaldone/rivista in continuo aggiornamento con news e approfondimenti sul torneo, dateci un’occhiata.
“Come fa uno che è andato a scuola con mia figlia ad avere 100 caps?” si chiede un sornione Scott Quinnell, gigantesco ex terza centro del Galles di inizio Sei Nazioni.
Può se il suo nome è George Philip North, nato il 13 aprile 1992 a King’s Lynn, nel Norfolk. In Inghilterra, insomma, solo che poi i genitori (inglese lui, gallese lei) si trasferirono quasi immediatamente dopo la sua nascita ad Anglesey, una “isola accessibile da un ponte sospeso con siti storici, festival e attività di birdwatching” (fonte: Google Maps) all’estremità nord-occidentale del Galles.
Anglesey è un posto particolare: una roccaforte della lingua gallese con due club di rugby union, il Llangoed e il Llangefni. In quest’ultima squadra incominciò a giocare il ragazzino che sarebbe poi diventato un vero e proprio giovane prodigio.
Dopo appena sei presenze con gli Scarlets, infatti, quel cristone da oltre un metro e novanta e più di un quintale di peso, venne adocchiato dallo staff tecnico di Warren Gatland, che non esitò a farlo esordire nel 2010 contro gli allora campioni in carica del Sudafrica.
Il Galles perse 29-25 ma, senza ombra di dubbio e prendendo in prestito la classica frase anglofona che è anche il titolo di un film, a star was born.
Dopo undici anni, un numero impressionante di concussion e altri infortuni, ma anche un altrettanto impressionante record di 42 mete in 99 presenze, George North si appresta a diventare il sesto centurione della storia del Galles.
Con la presenza numero 101 che probabilmente arriverà prima della fine del Torneo, sarà il quarto Dragone con più caps di sempre superando Martyn Williams e Gareth Thomas.
Senza aver compiuto ancora 29 anni, North è già un monumento.
CAIS! And it’s a 42nd career Wales try for @George_North as we approach 50 minutes. #WALvIRE pic.twitter.com/7dfHDbm2Uf
— Welsh Rugby Union 🏉 (@WelshRugbyUnion) February 7, 2021
Il suo dominio totale sulla serie dei Lions nel 2013 rimane forse il suo momento più alto, ma gli highlights sono davvero infiniti, dalla vittoria della Premiership con i Northampton Saints ai tre Sei Nazioni con il Galles, fino alla prestazione da man of the match nel Torneo 2019 contro la Francia.
Forse la sua carriera non sarà particolarmente longeva visto il chilometraggio compiuto e gli infortuni subiti, ma la possibilità di accumulare ancora un bel po’ di ricordi in maglia rossa li ha ancora, magari non solo con il rosso del Galles, ma anche con quello dei British & Irish Lions, per chiudere un ideale cerchio.
D’altronde, la sua carriera internazionale è iniziata con una doppietta al Sudafrica, una squadra a cui non ha mai più segnato.