Chi sale e chi scende fra i protagonisti della palla ovale nel mondo. Torna l’appuntamento con l’altalena del rugby nazional/internazionale. Torna il borsino, questa settimana più europeo del solito.
Top
Callum Braley. La sconfitta del Gloucester per 30 a 27 in casa del Montpellier porta comunque in dote una notizia positiva per la nazionale italiana. Braley è partito titolare realizzando anche una meta prima di essere sostituito al 60′ da Simpson. Con un Tito Tebaldi impantanato nel duello con Duvenage ed un Marcello Violi ancora in via di recupero, il minutaggio dell’ex nazionale under 20 inglese diventa fondamentale in chiave azzurra.
Rodrigo Capo Ortega. Lo avevamo già omaggiato sui social. Il seconda linea uruguaiano in forza al Castres a 39 anni non ne vuole proprio sapere di appendere gli scarpini al chiodo. Dopo il match con Worcester le presenze con la squadra occitana sono 400, sempre con gli stessi colori dal 2002. Un segno di fedeltà raro in tempi di professionismo. Davanti a lui solo Aurelien Rougerie, 418 volte con la maglia gialloblù del Clermont.
Lorenzo Massari e Matteo Dell’Acqua. La sfida di mercoledì 20 novembre fra Brasile e Barbarians ha parlato un po’ anche italiano. Massari, trequarti ala del Parabiago e Dell’Acqua, seconda linea del Valorugby sono stati schierati nel XV titolare che ha perso 22 a 47 contro la celebre selezione internazionale a inviti. Una bella soddisfazione per i nostri connazionali che si sono trovati a fronteggiare una squadra con stelle del calibro di Mapimpi, Am, Josh Strauss, Ezcurra, Mtawarira, Best, Bastareaud. Gli Highlights.
Tom Smith. L’ex pilone della Scozia e dei B&I Lions (rispettivamente 61 e 6 caps), 48 anni, ha rivelato la settimana scorsa in una intervista alla BBC di avere il cancro. Una cena di raccolta fondi è prevista a Londra nel marzo 2020, a cui i suoi compagni di squadra dei Lions del 1997 e della Scozia del 1999 si sono impegnati. “Ho affrontato alcuni avversari difficili – ha commentato Smith – e il minimo che puoi fare adesso è combattere. Quindi combattiamo.” La sua forza d’animo è al top degli esempi positivi per ogni rugbista.
Martyn Williams. L’ex flanker dei Cardiff Blues, leggenda e capitano di lungo corso dei dragoni (104 caps) sarà il nuovo team manager del Galles. Lo staff guidato da Wayne Pivac potrà contare su un manipolo di leader mica da ridere. Insieme a Williams entrano in cabina di comando altri tre ex capitani: Sam Warburton (supervisore della difesa e del breakdown), Jonathan Humpreys (assistente allenatore con focus sul pack ), Stephen Jones (assistente allenatore con delega ai trequarti).
Flop
Benetton & Zebre. Condannare le due franchigie ad una bocciatura senza appelli sarebbe eccessivo. E’ altrettanto vero che le occasioni sprecate iniziano a diventare tante (soprattutto per Treviso) e visto come si erano messe le ultime partite di coppa appare evidente che la gestione dei momenti focali della gara non è fra i punti forti del nostro rugby d’elite.
Tevita Ratuva. Il gigante figiano degli Scarlets ha piazzato una violenta carica di spalla a Mamuka Gorgodze nell’ultimo match di Challenge in casa del Tolone. Gesto brutto e insensato. Carton Rouge!
Fabien Galthiè. Non ha fatto in tempo a insediarsi sulla panchina più tribolata d’Europa e già si è attirato contro le prime critiche della mai tenera stampa francese. In visita al suo ex club Montpellier, ha fatto intendere di strizzare l’occhio a Jacques Du Plessis, colosso sudafricano di 2 metri per 125 kg, utilizzabile in seconda e terza linea. Du Plessis, in Francia dal 2015 potrebbe seguire le orme, finora poco memorabili, del connazionale Paul Willemse che nel 2019 ha accumulato 5 presenze con i blues senza entusiasmare. Non un ottimo inizio per chi vuole arrivare sul tetto del mondo privilegiando il talento effervescente ed autoctono dei migliori under 20 dell’ultimo biennio.
Team Italia. Franco Smith è appena stato investito del ruolo di Head Coach azzurro ad interim. Proprio questa precisazione sul ruolo transitorio del tecnico sudafricano fa pensare che il processo di ricerca del guaritore dei malanni azzurri continui, nonostante la soluzione potrebbe essere già in casa senza rendersene conto.
Ospreys. Sconfitti 44 a 3 da dei Saracens in formato ridotto e con una differenza punti fatti/subiti di – 60, la poule 4 di Champions Cup potrebbe rivelarsi un inferno per la franchigia gallese che ormai latita dalle vette del rugby continentale da molto tempo.