In Giappone All Blacks ancora sopra tutti: lo dice Rugby World
L’influente magazine specializzato non ha dubbi. Nuova Zelanda squadra da battere
Quando manca meno di un mese all’inizio della Coppa del Mondo la stampa specializzata internazionale si è messa al lavoro per anticipare i contenuti della rassegna giapponese. La bibbia mondiale del nostro sport è Rugby World, magazine a cadenza mensile edito in Inghilterra dal 1960. Una fonte autorevole che narra le vicende del mondo ovale con grande competenza tecnica, arricchita da firme prestigiose del giornalismo sportivo anglosassone. Nella tarantella dei pronostici pre RWC la redazione di Rugby World non ha dubbi: In Giappone sarà tris All Blacks. La squadra guidata da Steve Hansen ha tutte le carte in regola per vincere la sua terza Webb Ellis Cup consecutiva e per diventare quindi la nazionale più vincente di sempre con quattro titoli complessivi all’attivo.
Secondo la redazione del mensile inglese non esiste nessun’altra nazionale ad avere in squadra così tanti giocatori abili nelle skills, una capacità che deriva dal “coaching illuminato” dello staff tecnico e dalla passione inarrivabile per il rugby in Nuova Zelanda. Una miscela che trova conferma con lo stile di gioco delle franchigie impegnate in Super Rugby, dove “nessun giocatore degli All Blacks si risparmia per conseguire la vittoria e tutti esprimono lo stessa maestria nelle abilità manuali e nel decision making”.
I recenti passaggi a vuoto con Sudafrica (pareggio 16 a 16) e Australia (sconfitta 47 a 26) non sembrano aver intaccato la fiducia dei giornalisti che anzi rilanciano e ricordano come “l’unione di talenti Maori, Pakeha e Pasifika è potente, con Sevu Reece, nato nelle Fiji, ed uno degli ultimi giovani fuoriclasse a unirsi a una squadra che vanta già stelle come Beauden Barrett, Kieran Read e Brodie Retallick, tutti vincitori del premio World Rugby Player of the year. ”
Difficile dar loro torto, perchè i risultati degli All Blacks nelle ultime settimane sono figli di una formazione sperimentale e non spostano il focus su quelli che sono i lori indiscutibili punti di forza. Fra le candidate alla vittoria finale della RWC i neozelandesi sono i più abituati a vivere sotto pressione. Un fattore che in una terra completamente votata alla palla ovale come la Nuova Zelanda può raggiungere picchi difficilmente immaginabili. Inoltre i Kiwis possono contare su un sistema di competizione interna che non ha eguali al mondo. La concorrenza per una maglia da titolare crea profondità di scelte, peraltro tutte di alto livello, e Rugby World ci ricorda che “scegliere tra Barrett e Richie Mo’unga a mediano di apertura è simile a decidere se guidare una Rolls-Royce o una Jaguar“.
Non abbiamo la palla di vetro per vedere il futuro, ma siamo certi che le previsioni di Rugby World siano condivisibili. Nonostante i pronostici a tinte nere, la RWC 2019 sarà un torneo caratterizzato anche da un grande equilibrio. Se gli All Blacks riusciranno nell’impresa di calare il tris dovranno sudare le proverbiali sette camicie per neutralizzare fino in fondo un pool di squadre come Inghilterra, Sudafrica, Galles, Irlanda che oggi sono vicine come non mai a raggiungere la qualità complessiva degli uomini di Steve Hansen. Quante di loro però riescono a ribaltare l’inerzia delle partite che contano davvero come fanno gli All Blacks? La risposta è semplice: da otto anni a questa parte nessuna squadra ha dato la stessa sensazione di invulnerabilità quando in palio c’è qualcosa di grande.
Il week end in arrivo porterà una nuova scorpacciata di rugby internazionale in cui gli addetti ai lavori si interrogheranno su qual’è il team più forte del mondo o il più pronto per la RWC. Tutto ciò non può far dimenticare un piccolo dettaglio: i risultati di questo agosto 2019 sono irrilevanti. La squadra da battere è ancora la Nuova Zelanda.