A 23 anni Antoine Dupont ne ha già passate di tutti i colori, tanto che ci sembra legittimo che, con la sua esperienza, sia oggi uno dei mediani di mischia più forti del pianeta, probabilmente il più in forma del mondo in questo momento.
Il momento nel quale si è certificata l’appartenenza del 9 di Tolosa alla crème de la crème del gioco era l’11 novembre del 2017, quattro giorni prima del suo 21esimo compleanno. Prima volta da titolare per la Francia, dall’altra parte ci sono gli All Blacks: sarà una mezza caporetto per la squadra allora guidata da Guy Novès, un 18-38 allo Stade de France che registra delle buone notizie per i transalpini solamente nelle prestazioni della cerniera mediana, dove accanto a Dupont figurava Anthony Belleau (mentre dalla panchina esordiva Damien Penaud).
Tutto nasce da una frase pronunciata ad un certo punto della ventesima puntata di Quindici – un podcast Ohvale, dove fra le altre cose si parla di tutto quello che attende le sei squadre nel prossimo turno del Sei Nazioni
Dei due, però, fu il mediano di mischia ad incantare, specie in fase offensiva, dove mandò totalmente nel pallone la difesa avversaria. Risaltavano già le caratteristiche chiave: una grande lucidità nelle scelte, una furbizia di quelle che riconosci solo nei grandi numeri 9, il tutto corroborato da due gambe esplosive e uno step pazzesco, in particolare col piede destro.
A un certo punto gli avanti All Blacks non sanno più come prenderlo, tanto che nessuno si butta diretto nel placcaggio per non fare figuracce
E’ proprio quel passo forte con la gamba destra, quello che gli ha permesso di seminare tanti avversari sparendo dal loro campo visivo, che lo tradisce solo qualche mese dopo: nella gara di apertura del Sei Nazioni 2018 contro l’Irlanda, Dupont prova a sfuggire a Conor Murray con il suo classico gesto, ma il ginocchio non obbedisce: rottura del legamento crociato e stagione finita.
Forse è anche per il lungo stop di quella stagione che ci sembra che il ragazzo di Lannemezan, sui Pirenei, ne abbia già passate tante. Il suo ritorno, peraltro graduale, tra le fila della nazionale francese è un nuovo affermarsi delle sue qualità.
Si è ripreso la maglia da titolare all’inizio dello scorso Sei Nazioni, ha giocato il mondiale da titolare: anche se lo step di destro è meno esplosivo di prima, Dupont non ha cambiato le sue caratteristiche ed è una minaccia continua e costante per tutti i giocatori che si trovano a difendere nei pressi del punto d’incontro.
Questo inizio di 2020 lo vede tornato in una forma strepitosa, con un impatto tecnico e fisico (ehi, dico a te, Willi Heinz) sulle partite eccezionale. Chi segue il Top 14 sapeva a cosa stava andando incontro: con Tolosa, nell’ultimo turno di Champions Cup, aveva fatto a pezzi Gloucester, non esattamente gli ultimi arrivati.
Dupont ha messo le mani in praticamente ogni segnatura dei suoi in questa partita
Contro l’Inghilterra, Dupont si è mangiato sia Youngs che Heinz, due giocatori notevolmente più anziani ed esperti, ed ha creato dal nulla la terza meta dei suoi, fra le altre cose. Contro l’Italia è stato una costante spina nel fianco, anche se questa volta non è riuscito a segnare come accaduto invece nelle due precedenti occasioni contro gli Azzurri.
Le sue 22 presenze in nazionale sono già un notevole bottino per un giocatore comunque completo, senza nessuna vera debolezza: nonostante non arrivi a un metro e settantacinque, Dupont non ha mai dimostrato di soffrire il confronto fisico; da buon mediano francese ha un piede molto preciso sia dalla base della ruck che nel gioco e una visione che lo ha portato anche ad indossare episodicamente la maglia numero 10 lo scorso anno.
Se non avrà altri eclatanti problemi fisici stiamo parlando di un giocatore destinato a vestire la maglia della Francia costantemente nella decade appena iniziata. Zigomi alti, passaggio perfetto e tanta voglia di finire là dove l’erba è più verde.